LA VOCE DEI VOLONTARI Emozione : stato mentale e fisiologico associato a modificazioni psicofisiologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi EMOZIONE – L’ATTESA Mi sono preparato a lungo per questo viaggio, ho cercato di immaginare quali sarebbero state le mie reazioni ad un qualcosa di bellissimo e sconosciuto insieme .La mattina della partenza ho vissuto uno di quegli squarci della memoria che ti buttano indietro nel tempo ed ho provato la stessa ansia, mista a timore , che provai quando portai Lilly , ormai malata, a Lourdes dove non andò a cercare un miracolo ma la gioia di un incontro che avrebbe portato sempre con se, in questa e nella nuova vita che la attendeva . EMOZIONE – LA GIOIA Come si fa a raccontare la gioia quando ti esplode dentro e mentre cerchi di comprimerla lei ti violenta l’anima fino alle lacrime ? Questo è ciò che ho vissuto mentre , avvicinandomi sul pulmino , intravedevo un arcobaleno di colori che mi attendeva fuori dalla Rosangela Home…non so cosa abbiano detto di noi a quella meravigliosa tavolozza ma negli occhi di molte bambine ho letto la stessa gioia , la stessa felicità che mi stava esplodendo dentro e allora ho lasciato che vincesse lei ed ho pianto. EMOZIONE – LA SPERANZA Nel conoscere nei dettagli la Rosangela Home ho avuto la sensazione della protezione, l’ho vista come un grembo materno nel quale decine di bambine , oggi, che mi auguro diventino centinaia , bambini compresi, domani, abbiano trovato e troveranno rifugio, è come se Rosangela stessa avesse conosciuto la gioia della maternità nella sua nuova vita ed in questa dimensione è stato bello lasciare un segno di Lilly …. Nei prossimi anni, decenni, qualcuno racconterà la sua storia che prenderà, in questo modo, il tratto dell’immortalità. EMOZIONE – LA TRISTEZZA Nulla è per sempre, è vero, ma questo è stato un attimo veramente troppo breve e, per quanto sapevo sarebbe arrivato il momento, non è stato facile staccarmi dalle , ormai, mie bambine e la loro preghiera …….” Per favore, torna..”… ha reso ancora più duro il distacco; mi consolava la consapevolezza che le lasciavo nelle mani di angeli meravigliosi che ne guidano il cammino terreno: grazie Rosa, grazie Cecilia e con voi grazie a chi veglia , tutti i giorni, su queste fiammelle di vita. EMOZIONE – LA RABBIA Calcutta è stato un pugno dritto alla bocca dello stomaco, di quelli che ti tagliano il fiato e ti fanno cedere le gambe..non avevo mai visto un tale livello di rassegnata disperazione , il termine povertà non è sufficiente a descrivere ciò che la mia mente ha registrato, credo che nessun racconto possa avvicinarsi alla realtà di un mondo fatto di esseri umani “senzaun domani “, dove l’orizzonte temporale è costituito dal giorno che nasce . Tutto questo in un paese che si definisce, orgogliosamente, una superpotenza , uno dei 4 paesi leader della crescita economica mondiale…..quando vedi, come ho visto, una famiglia ( con due bambini piccoli ) che dorme su un marciapiede a pochi centimetri dal traffico ( a dir poco caotico ) di Calcutta non puoi non gridare la tua rabbia e chieder a Dio : dove sei?!? EMOZIONE – IL PERDONO E’ ciò che , intimamente , ho chiesto allo stesso Dio della rabbia, a quel Dio che non trovavo nei disperati , e l’ho chiesto dopo aver incontrato ,nella sua veste spirituale , Madre Teresa, la sua casa, la sua storia, la sua vita al servizio degli ultimi, è stata un emozione fortissima che continuo a rivivere mentre ne scrivo… EMOZIONE – LA NOSTALGIA E LA SPERANZA Tornare nel quotidiano non è stato facile, ogni piccolo gesto, ogni oggetto sono un ponte verso i giorni meravigliosi appena trascorsi , un’esperienza straordinaria quale quella appena vissuta lascia aperte due strade : una è quella del cullarsi nella facile nostalgia in attesa che il tempo la sopisca , l’altra è quella che mi riporta a una favola africana , quella del colibrì che cercava di spegnere l’incendio della foresta portando , freneticamente, gocce d’acqua nel becco e che di fronte alla rassegnazione degli altri animali , riguardo l’inutilità di tale affannarsi, rispose : “ io faccio la mia parte “. Ecco la speranza è che , da oggi, seriamente, in tanti cominciamo a fare “ la nostra parte “, ce lo chiedono le nostre meravigliose bambine, ce lo chiedono le nostre sorelle che hanno deciso che “ fare la loro parte è la loro stessa vita “, ce lo chiedono i disperati di Calcutta: ormai abbiamo visto , non è più possibile tornare indietro. NOTIZIE DALL’INDIA OTTOBRE 2014